Sale la tensione alla vigilia della visita ministro del Mezzogiorno Peppe Provenzano
Sette ore hanno lavorato ininterrottamente i vigili del fuoco per spegnere le fiamme altessime che hanno bruciato una cinquantina di carrette del mare ferme, ormai da tempo, nei due “cimiteri” a Lampedusa. Piccole imbarcazioni di cinque metri accatastate, dove prima c’erano i grandi barconi di legno utilizzate dai migranti per attraversare il Mediterraneo, fra l’area attigua al campo sportivo e il deposito di Capo Ponente.
A rallentare le operazioni di spegnimento, da parte dei 15 pompieri in servizio, anche un problema tecnico: alle 5 è finita l’acqua a disposizione del distaccamento aeroportuale dell’isola. I vigili del fuoco iniziato dunque a riempire le autobotti direttamente dal mare e solo all’alba hanno ultimato le operazioni di spegnimento.
Da stamane sono in corso sopralluoghi e ispezioni per appurare, l’eventuale presenza sul posto di persone che potevano essere rimaste vittime dei roghi; verifiche imposte dalla procedura che hanno dato esito negativo. Ispezioni necessarie anche a stabilire il tipo di incendio. Nessun dubbio sul fatto che i due incendi siano di natura dolosa. Al lavoro, per tutta la notte, anche i carabinieri della stazione di Lampedusa. Si stanno occupando loro delle indagini predisposte dalla Procura della Repubblica di Agrigento che ha, già durante la notte, ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti.
Solo tre giorni fa vi era stato lo sfregio alla Porta d’Europa, impacchetta con buste della spazzatura. Cosa sta accedendo a Lampedusa? Perchè? Il medico eurodeputato Pietro Bartolo, sul suo profilo Fb, scrive: “ Quanto accaduto questa notte a Lampedusa è una ferita per gli abitanti dell’isola. Perché è vero che da anni i lampedusani, che vivono e vogliono continuare a vivere di turismo, aspettavano che quelle barche venissero rimosse. Ma è altrettanto evidente che si tratta di un grave gesto alimentato da qualcuno che ha interesse a destabilizzare il clima politico e di convivenza civile sull’isola. La situazione è molto tesa, probabilmente dovuta al disagio conseguenza della crisi economica e sociale. Ma tutto questo non rappresenta i lampedusani, che al contrario hanno espresso una condanna unanime per questo gesto.
I lampedusani aspettano di far ripartire le loro attività e non ci sono le condizioni, a cominciare dalla questione dell’insufficienza dei collegamenti aerei per raggiungere l’isola.
Oggi abbiamo la risposta del governo, con il Ministro per il Sud, Peppe Provenzano, in visita istituzionale a Lampedusa (la prima dopo il lockdown) per ascoltare gli imprenditori e cercare insieme di costruire delle risposte”.
Dunque, non è un caso che la tensione si faccia salire alla vigilia della visita del ministro per il Mezzogiorno Peppe Provenzano.
Chi ama davvero l’isola però non commetterebbe mai gesti che ne rovinano così tanto l’immagine. Il procuratore di Agrigento Salvatore Vella apre un’ inchiesta: “Lampedusa non può diventare luogo di guerriglia urbana”