La benzina potrebbe ben presto arrivare a costare 3 euro al litro in Italia: lo scenario catastrofico che spaventa i guidatori.
Anche se ormai in pochissimi ne parlano, la benzina, silenziosamente, sta raggiungendo il suo massimo prezzo da parecchi mesi a questa parte. In alcune zone d’Italia, infatti, è tornata a 1,9 euro al litro o poco meno, mentre in autostrada ha di fatto sfondato, anche nelle aree iper-self, quota 2 euro. Il motivo va ricercato nel fatto che, come sappiamo, i prezzi da quando è scoppiata la guerra in Ucraina sono schizzati alle stelle, per poi aumentare nuovamente, dopo un leggero calo, con il conflitto tra Israele ed Hamas, il quale come sappiamo ha coinvolto anche l’Iran.
Proprio quest’ultimo è uno dei principali esportatori di petrolio in tutto il mondo, Italia compresa, motivo per il quale se davvero questo stato entrasse in guerra potrebbe avere delle conseguenze davvero drammatiche non solo per i civili, che sono sempre i primi coinvolti in questi casi, ma anche e soprattutto per tutti i guidatori dal momento che i prezzi del carburante potrebbero arrivare a sfondare quota 3 euro al litro.
Benzina a 3 euro al litro in Italia, ecco perchè potrebbe succedere
Uno scenario apocalittico? Forse, ma non così lontano dalla realtà. A dirlo è il presidente di Federpetroli che ha avuto modo di spiegare ad Agorà in che modo il prezzo della benzina potrebbe arrivare a sfondare questa cifra se non addirittura a superarla. Milioni di italiani e tutti i loro risparmi sono in pericolo, soprattutto per via del fatto che, anche solo per lavoro, sono costretti a spostarsi utilizzando la propria auto.
Michele Marsiglia, in collegamento telefonico su Rai Tre ha avuto modo di spiegare il motivo per il quale la benzina potrebbe arrivare a costare anche 3 euro al litro: se l’Iran dovesse azionare una politica di difesa bellica chiudendo il Golfo del Persico, in particolar modo lo Stretto di Hormuz, i prezzi del carburante, stando alla previsione che è stata fatta, potrebbero arrivare anche a 3 euro al litro.
Il fatto che tuttavia stupisce maggiormente è il costo al barile del petrolio: Pietro Senaldi, condirettore di Libero, ha fatto notare che nell’estate del governo Draghi il prezzo era di 125 euro, mentre adesso siamo scesi ad 85, ciò nonostante la benzina non è scesa del 40%, anzi, ha visto il suo prezzo impennarsi giorno dopo giorno.
Ci si chiede, quindi, chi si intaschi questo enorme margine di guadagno, domanda il giornalista. Ed effettivamente se lo chiedono anche tutti i consumatori.
