Esenzione IMU, l’ordinanza della Cassazione fa chiarezza su una sulle circostanze necessarie per ottenere l’agevolazione.
L’IMU (Imposta propria municipale) è un tributo che grava sul possesso di fabbricati, con esclusione delle abitazioni principali che on sono classificate al catasto A/1, A/8 e A/9, di aree fabbricabili e di terreni agricoli. Il versamento spetta al proprietario o al titolare di un altro diritto reale (enfiteusi, usufrutto, uso e via di seguito).
La gestione dell’IMU è su base locale con i comuni che hanno la facoltà di prevedere l’esenzione al pagamento dell’IMU in alcuni casi (per esempio per gli esercizi commerciali in zone chiuse al traffico per lavori pubblici protratti oltre sei mesi). Inoltre vi sono una serie di esenzioni disposte dalla normativa nazionale (per esempio i fabbricati della santa Sede o i fabbricati classificati nelle categorie catastali da E/1 a E/9). La Cassazione con una recente ordinanza è intervenuta proprio sulla questione dell’esenzione in un caso particolare.
Il caso all’attenzione della Cassazione riguardava un contribuente al quale era stata negata l’esenzione dall’IMU per abitazione principale, mentre la sua compagna aveva ottenuto l’esenzione per la propria abitazione, dove risiedeva con la figlia. Il rifiuto era motivato dal fatto che la residenza anagrafica non coincideva con la dimora anagrafica.
Il tribunale di primo grado e la Corte d’Appello avevano già respinto il ricorso del contribuente, che aveva quindi deciso di rivolgersi alla Cassazione. Questa però ha confermato le decisioni degli altri gradi di giudizio. Per la Cassazione l‘esenzione IMU per l’abitazione principale è subordinata alla presenza della residenza anagrafica, sia della dimora abituale nella casa in questione. Secondo la corte, una coppia può fissare residenze diverse, ma ciascuno deve avere residenza e dimora abituale nell’abitazione in cui si richiede l’esenzione.
Per la Cassazione c’è una certa flessibilità nel determinare la residenza di coppie sposate o unite civilmente, rispondendo alle nuove esigenze sociali e familiari. Vi è quindi la possibilità di stabilire residenze separate in rapporto a dinamiche familiari complesse, ma l’agevolazione fiscale riguardante l’IMU non può essere concessa senza la residenza anagrafica nella stessa abitazione per la quale si richiede l’esenzione. Si dà un’interpretazione più precisa di abitazione principale ai fini dell’esenzione dall’IMU.
Dunque per avere l’esenzione IMU sull’abitazione principale è necessario che il contribuente abbia stabilito la residenza e la dimora abituale nella casa interessata. La severità della Cassazione è una tutela contro potenziali abusi o comportamenti elusivi, anche se riconosce la necessità di adattare la normativa ai cambiamenti sociali e alla nuove condizioni di vita di numerose famiglie.
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