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Pezzotto, i rischi per chi lo usa dopo l’attivazione della piattaforma anti pirateria: pene severe

Dopo vari annunci ora è attiva la piattaforma “anti pezzotto” ma come funziona e cosa rischia chi la utilizza?

Piracy Shield, è questo il nome della piattaforma anti pirateria che è attiva dal primo di febbraio in Italia un vero e proprio “scudo anti pirateria“. L’obiettivo del sistema è quello di non permettere più la visione in streaming di contenuti piratati, principalmente sugli eventi live (esempio tipico le partite di Serie A). La ratio è quella di contrastare un fenomeno che indubbiamente danneggia il business non solo degli eventi sportivi ma anche di tutto il mondo dell’intrattenimento.

Parte la piattaforma anti pirateria in Italia – immezcla.it

Il primo tavolo tecnico tra le varie figure interessate è stato fatto a settembre, oggi a quattro mesi di distanza è pronta ad entrare in azione. L’Agcom (L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è un’Autorità indipendente) ha annunciato che dal primo di questo mese Piracy Shield è ufficialmente attiva.

Cosa rischia chi utilizza siti pirata con la piattaforma anti pezzoto?

L’infrastruttura creata da una startup milanese Sp Tech, costola dello Studio Legale Previti, ha lo scopo di rintracciare gli indirizzi IP illegali e bloccare il segnale di trasmissione entro 30 minuti dal riconoscimento.

Le sanzioni per chi usa siti streaming illegali – immezcla.it

La grande novità rispetto al passato è proprio la possibilità di bloccare gli indirizzi IP, pratica impossibile fino a poco tempo fa. Naturalmente siamo ancora in una fase iniziale e questi primi giorni saranno un vero e proprio banco di prova. Quindi, come funziona il programma e cosa rischia oggi chi utilizza siti pirata?

Come detto, l’obiettivo della piattaforma è quello di identificare in tempi brevi i trasgressori. Innanzitutto però va specificato che l’onere di indicare quali siano i siti che trasmettono i contenuti in modo illegale spetta ai titolari dei diritti, per esempio se parliamo della Serie A a DAZN e Sky.

I titolari dei diritti, devono andare alla ricerca dei siti illegali e segnalarli alla piattaforma che poi deve provvedere a bloccarli. Al momento, l’entrata in vigora del programma non ha dato vita a nuove leggi contro la pirateria. Le sanzioni che già esistono, prevedono fino a 3 anni di reclusione e multe dai 1000 ai 15mila euro.

Al momento i dubbi restano, il motivo è che chi si occupa della creazione di questi siti, protetti da finti indirizzi ip potrebbero trovare nuovi metodi per aggirare il sistema. Ad oggi non ci resta che aspettare e capire fino a che punto questa “nuova piattaforma” riuscirà veramente a combattere la pirateria.

Ilario Covino

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