Il miglior attaccante giapponese di sempre è morto nelle scorse ore: era una leggenda ben prima della nascita di Holly e Benji.
Quando parliamo del calcio giapponese, il nostro primo pensiero non va a dei personaggi reali, ma a uno degli anime più amati di sempre da intere generazioni di italiani, ovvero Capitan Tsubasa. Il manga spokon, che ha ispirato tre anime noti in Italia come Holly e Benji e tutta una serie di prequel, sequel e spin off, ha per decenni incarnato nella nostra memoria collettiva quello che era il calcio giapponese e un improbabile incontro col calcio europeo.
Solo a partire dagli anni Novanta, l’arrivo in Europa e in Italia di calciatori provenienti dal Paese del Sol Levante ha contribuito a fare in modo che gli appassionati di calcio si rendessero conto che non solo in Giappone esisteva un movimento molto importante attorno a questo sport di squadra, ma che addirittura qualcuno di loro era anche mica male coi piedi. Il primo in assoluto a giocare in Italia fu nel 1994 Kazu Miura, attaccante che venne acquistato dal Genoa.
Miura ha chiuso l’esperienza italiana, durata una stagione, con una ventina di presenze e un gol, segnato nel derby poi perso contro la Samp, ma – questo vi sembrerà incredibile – a 58 anni suonati è ancora un calciatore in attività. Due le stagioni giocate col Perugia a fine anni Novanta da Hidetoshi Nakata, che rimase in Italia fino al 2005 vestendo le maglie di Parma, Roma, Bologna e Fiorentina e salutando il nostro calcio con 31 reti segnate.
Arrivato nel gennaio 2011 a Milano, è stato il giapponese più presente in una squadra di club italiana: stiamo parlando di Yuto Nagatomo, il terzino dell’Inter rimasto fedele ai colori nerazzurri fino a gennaio 2018 e poi passato al Galatasaray dove ha vinto anche un paio di scudetti. Questa carrellata di campioni giapponesi la possiamo chiudere con Shinji Okazaki, che ha vinto la Premier League con il Leicester di Ranieri ed è il secondo calciatore in attività che più ha segnato con la sua nazionale.
Shinji Okazaki è al secondo posto con 50 gol, perché al primo c’è Kazu Miura con 58 gol e che formalmente è appunto ancora in attività, peraltro il secondo giocatore di calcio professionistico più anziano di sempre, dietro all’uruguaiano Robert Carmona, che a 63 anni gioca ancora. Calciatori d’altri tempi, come l’ex attaccante giapponese Kunishige Kamamoto, che è scomparso in queste ore e che è davvero una leggenda del calcio nipponico.
Kunishige Kamamoto è senza dubbio una leggenda nata prima di Holly e Benji e dei luoghi comuni sul calcio nipponico, capace di imprese rimaste a oggi ineguagliate. 75 gol in 76 presenze in Nazionale, nessuno ha mai fatto meglio di lui, soprattutto con il Giappone ha ottenuto una storica medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Messico 1968, segnando sette reti e diventando capocannoniere del torneo. Con le squadre di club, sei volte è stato miglior marcatore e 14 nella Top Eleven: insuperabile.
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