52 settimane di lavoro non sempre valgono un anno di contributi: come difendersi dalla stangata

Forse non lo sapete, ma non sempre 52 settimane di lavoro equivalgono ad un anno di contributi. Ecco come difendersi dalla stangata.

Per poter accedere al trattamento pensionistico, che sia per anzianità o godendo di alcuni anticipi, è necessario versare un certo quantitativo di contributi durante il periodo di lavoro. Come dipendente o come libero professionista. Di norma, ogni singola settimana di lavoro equivale ad una di contributi. E dunque, facendo un rapido calcolo, con 52 settimane si dovrebbe coprire un anno di contributi.

Documenti lavoro
Quante settimane servono per un anno di contributi – Immezcla.it

Ma in realtà non sempre è così, anzi. Ci sono alcuni casi particolari in cui anche lavorando ogni singola settimana dell’anno non si può godere di questo importante diritto. Ecco tutto quello che dovete sapere a riguardo, di modo da potervi difendere dalla stangata e poter così godere della pensione una volta raggiunti tutti i contributi richiesti.

Un anno di contributi con 52 settimane di lavoro: ecco come difendersi

Pensate a quando vi ritroverete al momento della richiesta di accesso al trattamento pensionistico, secondo i vostri calcoli avete completato l’anzianità utile ma, una volta giunti a destinazione, vi viene sbattuta la porta in faccia. Il motivo? Molto probabilmente, 52 settimane di lavoro non sono state conteggiate come un anno di contributi. 

In questi casi, dovete tutelarvi perché non avete versato un anno di contributi
Un anno di contributi con 52 settimane di lavoro, ecco cosa sapere – Immezcla.it

Il concetto fondamentale riguarda in questo caso il valore dei contributi versati. La normativa vigente ad oggi prevede alcune regole specifiche circa il valore effettivo dei contributi. Che sono strettamente legati allo stipendio. E dunque più alto è questo maggiore sarà il valore dei contributi stessi. Avere una retribuzione troppo bassa, magari con un contratto di lavoro part time, può portare a problemi non da poco sul lungo periodo.

Se per fare un esempio si lavora per ottenere una retribuzione annua di circa 10.500 euro, allora si potrà godere di un anno di contributi in linea con i requisiti dell’INPS. Se la quota è inferiore, invece, c’è il rischio che nel conteggio non risultino 52 settimane di versamenti. Ecco dunque che potreste ritrovarvi col problema opposto, non potendo godere dell’anzianità una volta raggiunte le tempistiche prestabilite.

Come fare per tutelarsi? Purtroppo c’è solo un modo a vostra disposizione, ossia raggiungere una retribuzione mensile tale da poter versare tutte le quote contributive richieste. O in alternativa, allungare i tempi per poter accedere alla pensione di anzianità. Facendovi aiutare da un esperto per i calcoli più precisi prima di effettuare la domanda.

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