Migranti, incendio nella tendopoli: venti baracche andate in fumo

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Un incendio sulle cui cause sono in corso accertamenti ha distrutto nella notte di Capodanno alcune baracche costruite all’interno dell’area della tendopoli ministeriale di San Ferdinando, nella Piana di Gioia Tauro, che ospita i migranti impegnati nella raccolta delle arance. Non ci sono stati feriti.

   Intorno alle tre, secondo quanto si è appreso, all’interno di una di queste costruzioni di fortuna adattata a bar e ritrovo c’era un gruppo di persone. Improvvisamente sono partite le fiamme che si sono subito estese alle altre baracche vicine distruggendole. Immediatamente sono intervenuti i vigili del fuoco del presidio presente a poca distanza dall’insediamento che hanno spento subito le fiamme scongiurando ulteriori rischi a causa della presenza nelle vicinanze di cumuli di rifiuti infiammabili e di alcune bombole di gas che sono poi state messe in sicurezza dai vigili del fuoco. 
    Sul posto sono intervenuti i carabinieri e la polizia che ha avviato le indagini per ricostruire la dinamica dell’accaduto e accertare eventuali responsabilità.

La dura nota di Rifondazione comunista

“Nella notte di capodanno non ci sono stati solo i fuochi d’artificio ma anche quelli della vergogna: un incendio – l’ennesimo – si è sviluppato nella tendopoli di Rosarno mettendo a rischio la vita di più di mille immigrati. Solo per un caso fortuito, questa volta non ci sono vittime. ma le fiamme che hanno distrutto tende e baracche ci ricordano che in Italia non si garantisce un alloggio dignitoso e sicuro a lavoratrici e lavoratori che si spaccano la schiena nei campi”. Così in una nota Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Stefano Galieni, responsabile immigrazione del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. “In Calabria , Basilicata e in Puglia, più in generale in tutte le aree rurali in cui la raccolta è affidata a manodopera sottopagata e al nero, non si è proceduto a un piano per garantire il diritto all’abitare agli immigrati che lavorano nell’agricoltura. E’ una vergogna che nell’alternarsi dei governi regionali e nazionali non viene affrontata ed è inaccettabile il fatto che i tanti ghetti esistenti in quelle aree, vengano sgomberati quando le stagioni dei raccolti terminano. A chi svolge un lavoro tanto duro vanno garantiti alloggio dignitoso, salario decente e un contratto di lavoro. Di questo dovrebbero occuparsi le Regioni e il governo nazionale” concludono.