Bologna, Jiang non aderirà a #ioapro resta chiuso il suo ristorante Nippon

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Bologna ristorante Nippon

E’ cinese, cucina e prepara il ramen, tipico piatto invernale non proprio adatto all’asporto, e con i ristori economici ricevuti dal Governo non e’ riesce nemmeno a pagare l’affitto. Nonostante questo susseguirsi di difficoltà e la “doppia beffa” però, Jiang, titolare del ristorante Nippon Ramen a Bologna, è contrario al movimento #ioapro e non ha alcuna intenzione di aderire alla protesta di domani, aprendo il suo locale al pubblico andando contro il Dpcm.


“Per me è stata una batosta dopo l’altra- spiega Jiang alla ‘Dire’- prima, all’inizio della pandemia, ho perso molti clienti perché sono cinese e quindi le persone erano diffidenti e non ordinavano più la nostra cucina credendo fosse legata in qualche modo al contagio“. Una volta superato questo stereotipo, purtroppo a colpire Jiang ci ha pensato la bella stagione. Chi mangerebbe mai un brodo caldo fumante con pasta, carne e verdure in estate? Pochi, pochissimi. E così il ristorante Nippon Ramen a Bologna, in via San Vitale, non e’ riuscito a fare cassa nemmeno quando sembrava, quest’estate, che la situazione emergenza sanitaria fosse migliorata e i locali si sono riempiti di nuovo. Ora che è tornato il freddo i ristoranti sono di nuovo chiusi e possono fare soltanto servizio d’asporto. “Pochissimi ordinano ramen, perchè è una cucina che va mangiata sul posto e al momento, essendo preparata con pasta fresca ed essendo difficile da trasportare per via del brodo”, spiega Jiang.


Inutili poi i ristori economici messi a disposizione del Governo e Jiang, titolare del ristorante Nippon Ramen a Bologna, dice chiaramente di essere contrario al movimento #ioapro e con i ristori economici dati dal Governo per la Pandemia da Covid 19 “non ci pago nemmeno l’affitto”, ammette. Al momento “vivo una situazione disperata”, continua il ristoratore che ha aperto Nippon Ramen a Bologna nel 2018 insieme a sua moglie e che ora ha dovuto lasciare a casa i suoi dipendenti. “Lavoriamo troppo poco- dice- cuciniamo in media sette, al massimo otto, pasti ogni sera mentre di solito il ristorante era pieno di clienti”.
“Ma non per questo, precisa il ristoratore cinese, “aderirò al movimento #ioapro perchè è una ribellione che va contro la legge e senza senso. Concordo in pieno con il mio collega dell’osteria dell’Orsa che piuttosto che bonus a caso chiede soldi e rimborsi adeguati”.